Post più popolari

domenica 30 ottobre 2011

Perché, fino ad oggi, mi sono occupato di fotocopiatrici


LA MIA STORIA

In molti, mi hanno più volte chiesto perché in prevalenza mi sono sempre occupato di fotocopiatrici ed in particolare nel selezionare macchine adeguate alle esigenze delle scuole primarie.
il 30 giugno scorso, ho iniziato a raccontare questa storia scrivendo la mia nota 44 su Facebook che, si concluse due giorni dopo con la nota 46....
La ripropongo qui sul mio blog per chi non mi conosce o se mi conosce non conosce questa, semplice, mia storia...

Tutto è iniziato da qui:

La storia di un “Mestiere”, partito inconsapevolmente dal pensiero e desiderio semplice di un bambino...
O dall'ulivo, che affettuosamente chiamavo "il mio Ciocco"?

Inizio


Avevo appena sei anni ed un mese, quando quel giorno di ottobre del 1968, arrivai a piedi, dal villaggio di Tre Colli, dove abitavo, alla scuola elementare di paese a Castelmaggiore.
Ero contento e felice come possono esserlo tutti i bimbi di quell'età al loro primo giorno di scuola.
Eravamo solo in nove e la maestra, dopo le prime veloci presentazioni ci disse subito che ci avrebbe insegnato a scrivere ed a leggere. Aggiunse che appena avremmo imparato a scrivere in bella grafia, chi di noi fosse stato il più bravo, avrebbe ricevuto un bel premio.
Appena arrivato a casa, l' unica cosa che seppi raccontare ai miei genitori, fu quella che avrei ricevuto un premio.
I giorni passavano ed intanto imparavamo a leggere ed a scrivere, ma c'era ancora tempo per parlare di bella grafia, tanto è vero che l'anno volò via ed il premio promesso fu proiettato all'anno successivo in seconda elementare, a quando finalmente arrivarono le esercitazioni di “bella grafia”.
Ebbe inizio, subito dal primo mese una notevole competizione fra noi bimbi per aggiudicarci il tanto atteso trofeo: il fatidico premio a noi promesso fin dal primo giorno di scuola.
Ognuno di noi avrebbe voluto vincerlo. Nessuno aveva avuto il coraggio di chiedere alla maestra in cosa consistesse il premio, perché l'insegnante era unica e per noi si trattava della “Signora Maestra” , le si dava del “Lei” e ci metteva una certa soggezione.
Qualcuno ipotizzava un dolce succulento, qualcun altro un giocattolo, chi diceva un giorno senza andare a scuola, insomma le idee non mancavano, ma nessuno di noi chiese mai alla maestra in cosa consistesse il premio.
Il nostro più grande stupore, lo avemmo il giorno che finalmente fummo messi a conoscenza del premio e del vincitore.
Rimanemmo tutti a bocca aperta stupiti ed ancora più meravigliato fu io che, addirittura, vinsi il premio. Che premio! Non lo dimenticherò mai!

Il premio

La maestra mi annunciò che avendo la calligrafia più bella di tutta la classe, e quindi la più comprensibile a tutti, mi avrebbe nominato il “copiatore ufficiale della classe”.
Nessuno di noi, quel giorno, capì bene in cosa consistesse il premio tanto ambito e desiderato fino al giorno dopo, quando la maestra ci spiegò i dettagli.
Rimasi frastornato quando ebbi capito ciò che mi aspettava, mentre i miei compagni mi canzonavano ed esclamavano: “Per fortuna abbiamo perso!” ...
...

La 'arta 'arbone

A scòla, 'un c'èra llì, 'r fotöopiatore,
'un èra mìa stato anco progettato;
allora, se volevi 'opià 'on fervore
e fogli di 'arta 'arbone t'èri 'omprato

A pensàcci , fu proprio 'uesta 'osa;
posso dì', 'he mi fu , parecchio uggiosa ,
nella mi' classe, 'or premio mi fregonno!
'On la vincita, anco, mi 'ntopponno!

M' arrïordo 'vanti fogli, mi tocconno
per du' anni, da riopiàmmi a tutto tondo,
tanto 'he nun sapevo più 'ome fa'
a duprià' tutta 'uella robba llà

Quarcosa bisognava ben 'nventa'
o siuramente 'nda' a vede' se 'uarcuno
di scienziato, t'avesse trovato già
apposta, 'n marchingegno pe' copia'!

Per puro 'aso, 'he vòi vedé', 'nder mezzo,
alle 'ose, der mi 'ammino, trovo lì,
un ber fotöopiatore 'n po' grezzo;
sì! Fatto pe' smontàssi e da scopri'!

© TC
...
Oltre quaranta anni fa, non c'erano le fotocopiatrici e le insegnanti delle scuole elementari, non potevano consegnare dispense e materiale fotocopiato agli scolari per portare avanti il programma. Inoltre c'era una sola maestra che insegnava tutte le materie ed i programmi andavano a rilento, pertanto qualcuna di loro adottava in classe il metodo della carta carbone, per velocizzare le lezioni.
Si potevano mettere molti fogli bianchi uno sull'altro, separati ciascuno da un foglio di carta carbone. Scrivendo sul primo foglio e premendo la penna con una certa forza, i caratteri venivano impressi fino sull'ultimo foglio.
Poiché noi in classe eravamo meno di dieci, un unico bimbo con bella grafia poteva scrivere la lezione del giorno oppure anche ricopiare una pagina di libro per tutti.
Lo scrivente con bella grafia, avrebbe permesso a chiunque una facile lettura del testo trascritto.
Nella mia classe, quel bimbo fui io, fino alla quarta elementare, quando cambiò la maestra e quella nuova disse che la lezione da fare a casa ognuno doveva scriversela per se.
La nuova maestra fu per me come l'acqua nel deserto. Un'oasi!
La vecchia maestra non era cattiva, ci chiamava: ” I miei passerotti”. Aveva però il chiodo fisso in testa, di chiedersi a voce alta come riuscire a portare avanti il programma al meglio e poter espletare il suo dovere di insegnante.
Per lei io, ero l'ancora di salvezza del suo programma, infatti, mio malgrado, mi aveva premiato!
Nei momenti che mi faceva un po' male il polso a scrivere e ricalcare, perché per imprimere bene i fogli, bisognava premere la penna sul primo foglio in maniera più eccessiva rispetto allo scrivere normale e il polso, dopo, un po' mi doleva, lei vedeva gli inizi della mia sofferenza e si preoccupava subito di sostituirmi con il compagno di classe arrivato secondo o terzo alla grande gara, in maniera da concedermi un meritato riposo.
Non posso nascondere, l'occhio di riguardo nei miei confronti...
Più volte, mentre scrivevo ricalcando la lezione, ho pensato che bisognava inventare un macchinario automatico, che copiasse la lezione da fare. Spesso pensando che forse, qualcuno l'avesse già inventato, ma non si sapesse.
In effetti nei primi anni 70, iniziarono ad essere prodotte le prime fotocopiatrici, ma non erano economicamente alla portata di tutti e tanto meno delle scuole elementari statali.
Negli anni che seguirono, il pensiero del “copiatore ufficiale della classe” mi uscì dalla mente, e così le immagini del giorno della premiazione insieme alle bocche spalancate di tutti i bimbi della classe, ai loro occhi meravigliati ed alla voce della vecchia maestra che mi dettava la lezione da scrivere per tutti.
Tutto svanì, fino a quando dopo aver preso un diploma tecnico nel 1981, superai vari colloqui e mi ritrovai, forse per pura casualità, ma io penso di no, in un'azienda di vendita ed assistenza di macchine da ufficio. Fu lì, che vidi una delle prime fotocopiatrici da ufficio ed ebbi la folgorazione.
Pensai subito alla mia vecchia maestra, a come sarebbe stata contenta e soddisfatta se avesse potuto avere un giocattolo del genere.
Non solo, pensai a quante altre maestre sarebbero state contente e a quanti bambini che avessero vinto un premio uguale al mio, sarebbe stato risparmiato di premere sui fogli di carta carbone.
Questi pensieri, spinsero la mia decisione a confermare l'approdo nell'azienda ed a specializzarmi sulle fotocopiatrici.
L' idea aveva un fine umano e pertanto la ritenni giusta e sensata. Avevo capito che cosa dovevo fare!


Inizio della sfida

Furono necessari più di 10 anni di duro lavoro e sacrifici per riuscire a diventare un buon tecnico autonomo, cioè in grado di risolvere tutte le problematiche tecniche e commerciali legate al mondo della stampa elettrostatica. L'esperienza acquisita con l'avvento della tecnologia del colore mi perfezionò ulteriormente e fui pronto per il grande progetto.
Era il 1995 e già da un paio di anni l'aria di crisi del settore iniziava a muovere i primi passi. Il mercato era saturo di fotocopiatrici, le vendite erano in discesa rapida ed il costo delle macchine era troppo alto.
In azienda iniziavano ad esserci i segni dell'insofferenza sia nei titolari che in noi dipendenti. Era il momento di fare il grande passo.
Approfittai di una settimana di ferie "ricevuta in dono" per effettuare qualche sondaggio presso una decina di scuole elementari e direzioni didattiche statali. La mia idea si concretizzò, facilitata da un evento fortuito che accadde un pomeriggio durante i colloqui e che riassumerò a breve seguito.
Gli insegnanti ed i dirigenti, esprimevano la necessità di fotocopiare con un sistema indipendente senza avere oneri di spesa fissi, in quanto i fondi scolastici destinati alle attività didattiche che includevano il mantenimento della macchina fotocopiatrice erano piuttosto bassi e per il futuro si prevedevano ancora più magri.
Quel pomeriggio, un dirigente particolarmente afflitto dalla carenza di fondi economici, mi invitò a prendere un caffè.
Accettai e fui accompagnato davanti ad un distributore automatico di bevande calde installato nell'istituto.
Mentre il dirigente inseriva la moneta e premeva il tasto del caffè, notai applicato ad un lato laterale del distributore un documento che affermava che l'apparecchiatura in questione era posta in quel luogo in comodato d'uso gratuito.
Gli utilizzatori, inserendo la moneta, pagavano il caffè ed il servizio offerto dall'azienda titolare del servizio stesso.
Lo stesso dirigente, che ringrazio tutt'oggi, mi suggerì di trovare una soluzione del genere, proporla ai dirigenti degli istituti scolastici e sicuramente avrei incontrato localmente molti pareri positivi che si sarebbero trasformati in ordini entro breve tempo.
Lui si impegnò già a confermarmi l'invito alla gara privata, appena avessi messo in opera il progetto.
Immediatamente l'idea si concretizzò. Avrei proposto agli istituti scolastici una fotocopiatrice in comodato d'uso pronta per fotocopiare con un servizio a prezzo fisso che includesse tutto l'occorrente.
Mi congedai ringraziando più volte il dirigente.
Rincasai prima del solito ed ebbi tempo di leggere tutta la posta arrivata durante la settimana.
Fra la posta, obbedendo alle leggi naturali che regolano il nostro meraviglioso pianeta, emerse il numero della rivista specializzata di fotocopiatrici che mi arrivava periodicamente.
La sfogliai come al solito, con fare annoiato senza prestarci inizialmente interesse, ma fui subito assorbito da un articolo che mi avrebbe dato la possibilità di attuare il mio nuovo progetto.
L'articolo spiegava come fare a ridurre le spese di copiatura alle aziende ed agli istituti che dovevano gestire molti utenti ed avevano carenza di fondi.
Il progetto consisteva nel recuperare fotocopiatrici usate, ricondizionarle e successivamente, proporle in comodato d'uso facendole funzionare con schede magnetiche oppure a costo di stampe effettuate. Per il mantenimento, l'uso di prodotti compatibili di alta qualità ma meno costosi di oltre il 50% rispetto ai prodotti originali, avrebbe permesso un servizio competitivo sul mercato.
Oltre a tutti gli ingredienti suddetti, indispensabili per abbattere il più possibile i costi di ammortamento delle apparecchiature e quelli di mantenimento, la rivista specificava che occorreva un ulteriore e solo importante ingrediente: un buon tecnico di fotocopiatrici autonomo, che fosse in grado di far funzionare come nuova, una fotocopiatrice usata.
Mi impersonai subito nel tecnico indicato dalla rivista e iniziai la mia opera.
In pochi mesi, lasciai l'azienda dove lavoravo e fondai insieme a due miei colleghi e amici, una piccola società artigianale, dove a poco a poco cominciò a prendere forma ed a concretizzarsi il progetto.
In due anni, insieme ai miei soci, riuscimmo a ricoprire un buon numero di utenze e colmare una necessità locale di mercato.
Molti insegnanti e soprattutto parecchie maestre di scuola elementare, finalmente avevano la fotocopiatrice a schede magnetiche.
Quando la concorrenza locale si svegliò, vedendo le nostre installazioni, noi eravamo arrivati per primi!
Come mi ha insegnato la storia e la vita, per ogni ascesa, c'è sempre anche la discesa. I tempi cambiano... I grandi eventi informatici e tecnologici del 2000, mutano le carte in gioco.
L'utilizzo delle stampanti da consumo insieme ai sistemi di archiviazione elettronica, riducono vertiginosamente la richiesta di copiatura che insieme alla crisi economica, bloccano gli utili della società.
I costi aziendali superano i ricavi. Dovremmo aumentare i prezzi ma il mercato del settore è in forte ribasso ed offre svariate soluzioni a prezzi sempre più bassi. Le gare private con gli istituti pubblici, divengono più difficili e faraginose. Non ci sono possibilità di incrementare il parco macchine.
Le casse sono in rosso. I conti invitano alla chiusura. I debiti avanzano...
Trascorro notti insonni a pensare molto a quando ero bambino ed alla storia del ricalcare con la carta carbone. Penso che presto non potrò più rifornire le mie macchine perché non posso pagare i fornitori e non riesco ricoprire i conti in rosso.
Mi vedo proiettato nel futuro e non vedo me stesso ma vedo bambini , che ricalcano sulla carta carbone.
Piccoli bambini premiati e maestre frustrate dal non avere a disposizione uno degli strumenti principali per poter espletare al meglio il loro dovere di insegnare...
Mi ricordo, del mio "ciocco" ed a quante soluzioni ho trovato a contatto con lui. Non posso andare a trovarlo, non sò neppure se ci sarà sempre. Penso intensamente a lui e come suo solito, non mi abbandona...
Maturano in me nuove idee, studio le potenzialità di Internet e le applico a ciò che so fare meglio, cambio il mio modo di lavorare, di vendermi e di amministrare prima la società e, successivamente, una nuova mia realtà indipendente. Trasformo il mio lavoro in un servizio artigianale di vendita diretta. Comincio perfino a lavorare il legno, restaurando vecchi infissi, rispolverando un'arte manuale, insegnatami da mio padre falegname. 
Il risultato è stato quello che gli utenti possono continuare ad usufruire del servizio. Potrebbe sembrare poco, ma penso che sia tantissimo!
Quando è stato il momento sono tornato da lui, il mio ciocco. Mi aspettava; anzi, penso proprio che mi abbia chiamato per riprendere il discorso da dove l'avevamo interrotto...
A me, piaceva imparare a raccontare le piccole cose della vita, ma allora non era il momento giusto...


(Questa la scrissi a 14 anni...)


Scoprendo la poesia

Come acqua di polla,
scorri trasparente

Nasci dalla terra e
segui il tuo destino

Cerchi un torrente
per farti trasportare

Trovi, un fiume
per farti sognare

Arrivi al mare, portando
con te la tua storia segnata

… che da "L'Italia" è cominciata...


©TC

( "L'Italia" è il nome di una località a Tre Colli di Calci, dove c'era e c'è tutt'ora una sorgente d'acqua. Andando a prendere l'acqua lì, spesso mi fermavo a pensare guardando scorrere il piccolo ruscello. Fu qui, a L'Italia, quel pomeriggio del '74, che ricevetti i consigli giusti per percorrere la mia strada... )

Tutte le cose devono avvenire al suo tempo. Il suo suggerimento era stato di fare quello che dice il cuore. Solo così si può diventare veramente, chi vogliamo essere.
I versi hanno cominciato a prendere forma; i simboli alfabetici sono diventati frasi e rime. Alcune persone amiche, mi hanno dato preziosi consigli e, come una magia,  il  vernacolo pisano è uscito fuori dal mio scrivere per poter rappresentare al meglio la semplicità del vivere di coloro che hanno abitato qui a Calci ai tempi che non c'erano le comodità di oggi e per divertirsi, le persone, facevano le veglie intorno al calore della fiamma di un focolare acceso raccontandosi storie. Vere o false che fossero, l'importante era che facessero divertire. Talvolta qualcuno leggeva a voce alta un romanzo serio, altre volte si raccontavano bischerate e barzellette. A questa maniera le persone socializzavano, si divertivano e nascevano gli amori...

Con il romanzo breve "Gloria" e la nuova collana di "Le storie di Pòrdo", la mia intenzione sarebbe quella di poter riprendere le serate di veglia d'inverno, 'n der canto der fòo  e d'estate 'n sotto le pergole o 'mancanza di 'ueste 'n sotto 'r cielo stellato ar solo lampeggìo de le lucciule...
© TC


IL MIO ULIVO (alias "Il mio ciocco")

Grazie,

alle tue accoglienti radici,
che mi furono sedile da bambino

al tuo robusto tronco,
che appoggiò le mie spalle di ragazzo

alle tue argentee e verdi foglie,
che rinfrescarono i miei primi pensieri

ai tuoi frutti che dettero tanto,
del prezioso e dorato nettare

ai tuoi folti rami che dopo la potatura,
allietarono le mie serate accanto al focolare

alle tue necessità, che mi insegnarono
a fronteggiare la fatica fisica

ai tuoi brevi messaggi,
colmi di sapiente cultura

alla tua resistenza al grande gelo,
che mi ha indotto la perseveranza

al mio ciocco, che sempre
mi ha accolto e raccolto, molte volte

che facendomi vedere vicino
e lontano, mi ha fatto crescere

osservando dal monte, ... il mare...

...una lacrima

Grazie, mio ulivo.

© TC


Fine

sabato 29 ottobre 2011

Ode al vino














O generoso seme
che dalla terra
germogli in vite,

che richiedi cure,
amore e sole;
trasformi l'acqua

alle tue radici,
in dolci nettari
a grappoli uniti.

Fermenti al buio
ed in silenzio,
bolli di tormento.

Racchiudi in te
il profumo dei pollini
che il vento ha soffiato,

portando infine
a gioir il palato,
di buon gusto raffinato.

Riempi il calice
di gran sapore,
di amore allegro
che tocca il cuore!

TC

domenica 9 ottobre 2011

I poeti sono come il vento!











I poeti sono agitati
e sentono lo sgomento
aspettando il momento,
quello per cui son nati!

Si senton tormentati
perché come il vento
raccolgono un frammento
e lo portano sui prati!

Un polline infinito
raggiunge tanti fiori
fa rallegrare i cuori
arriva a chi ha capito!

Come falchi nella notte
mischiano le lettere
e senza mai smettere
si affidano alla sorte!

TC