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sabato 7 gennaio 2012

Norma


Norma percorreva, in discesa, la nuova strada asfaltata, i suoi piedi camminavano svelti senza esitazione e le gambe muscolose facevano ondeggiare a forte ritmo i suoi fianchi prosperosi. Ad ogni passo, il carico costituito da un pesante fardello di cime di pruni fiorite che la donna teneva con disinvoltura sulle proprie spalle, si alzava e si abbassava mantenendo il ritmo ondulato del suo stessso bacino . Ad ogni passo che faceva, Norma cantarellava felice e pensava che era un passo in meno da fare. Il suo andare spedita era necessario a ridurre la distanza dall'arrivo e portare a termine quel faticoso compito quotidiano.
Ogni primavera, dalla finestra della  sua casa a Tre Colli, la donna guardava il monte davanti a lei ed intravedeva i primi fiori gialli dei pruni. Sapeva che i suoi conigli sarebbero cresciuti meglio con quell'alimento ed, ogni mattina, poco dopo l'alba, s'incamminava per arrivare presto ad attingere in quel giardino montano che la provvidenza offerta dalla natura le metteva a disposizione. Appena raggiungeva la zona fiorita di giallo, Norma si soffermava qualche minuto a respirarne il profumo, poi dalla tasca del suo grande e spesso grembiule di juta, tirava fuori le sue forbici da pota e, quasi come fosse un rituale, iniziava a tagliare le cime più fiorite dei pruni e le riuniva a fascetti su due frasche di foglie di castagno. Poi legava il tutto, ben stretto con una corda e, con la sola forza delle sue braccia, lo issava su una ripa  bassa, si toglieva il grembiule di juta, lo piegava e se lo metteva con cura in testa. Dopo di che si sedeva sotto la ripa in corrispondenza del punto in cui aveva appoggiato il fardello e poi, con una rapida manovra,  si appoggiava  il fascio fra la nuca e le spalle, issandosi in piedi nello stesso tempo. Si dava un paio di scossoni facendosi leva sulle ginocchia per assestare il carico e via veloce per imboccare il viottolo di ritorno. Quante volte era caduta insieme al suo carico, scivolando lungo il sentiero sconnesso e sassoso! Ma ora Norma non scivolava più,  perché avevano costruito la strada asfaltata, proprio in mezzo al suo giardino fiorito.
All'inizio, quando vide le ruspe e sentì le mine innescate dagli operai del cantiere stradale per fare i varchi necessari alla costruzione della strada, rimase turbata ed indignata. Quando percorse per la prima volta, a piedi, quel tratto di strada e vide una pista di asfalto senza i "suoi" pruni, si sedette sul margine della carreggiata e pianse a lungo. Un piccolo fiume di lacrime salate caddero, in parte sul filo dell'asfaltatura ed anche sulla terra smossa di fresco della banchina stradale . Mentre singhiozzava, davanti a lei, scorse una fila di pruni fioriti ed il loro profumo la inebriò, facendole vedere la cosa da un altro punto di vista, da un'angolazione diversa e positiva: dai margini della strada,  si potevano raccogliere le cime fiorite dei pruni senza entrare nella parte interna del monte! Quindi lei avrebbe potuto  fare lo stesso i suoi fasci, in modo meno faticoso, utilizzando per  salire e scendere al monte, la nuova strada . Non sarebbe più scivolata  sul vecchio sentiero.
Norma era vedova e cresceva i suoi figli vendendo olio extravergine d'oliva e conigli: due prodotti, entrambi, di sua produzione. I conigli di Norma erano i migliori di tutta la Vallegraziosa perché lei li allevava ad erba stagionata, fieno e vegetazione di stagione.  Mentre scendeva a piedi per la strada asfaltata portando in spalle il pesante fardello, guardava le giovani frasche delle acacie che stavano crescendo lungo i margini della strada e che, quella prossima estate, avrebbe potuto potare comodamente da lì e farne freschi fruscelli da portare in pasto ai suoi conigli. Mentre osservava e nello stesso tempo pensava, sorrideva felicemente dentro a se stessa, sapendo con certezza che i suoi figli potevano crescere tranquilli dall'inizio di quella primavera alla fine dell'estate; poi, dopo, sarebbe ricominciata la raccolta delle olive, le polle dei suoi ulivi erano cariche di fiori bianchi, la stagione era stata sfavorevole alla mosca olearia ed agli altri insetti nemici ed il raccolto prometteva olio buono ed in quantità.
Con tali pensieri, a Norma parve che il suo carico fosse più leggero del solito. Ormai era arrivata a casa, lasciò cadere il fascio di pruni sul terreno davanti al portone fatto con traverse di legno inchiodate, con i chiodi forgiati dal fabbro, che chiudeva il grande fienile dove, dentro, scorrazzavano i suoi conigli e, felice, pensò: "Stasera faccio 'na sorpresa a' mi' bimbi: spiano 'na bella fogliata di   maccheroni e  li 'ocio 'n sull'unto di 'onigliolo!"

© Tiziano Consani
07 gennaio 2012

Il nome scientifico dei  pruni della Vallegraziosa è: Ulex europaeus, detto anche "pruno di Spagna":
Vedere: http://it.wikipedia.org/wiki/File:70_Ulex_europaeus_L.jpg