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martedì 14 agosto 2012

Sintesi di un viaggio a Medjugorje

Circa un anno prima...

8 giugno 2011

Ormai mancano pochi giorni alla partenza per Medjugorje; il viaggio è stato programmato da tempo e tutta la famiglia, io compreso, non vediamo l'ora di coronare quel traguardo e compiere il tanto atteso pellegrinaggio.

14 giugno 2011

Le valigie sono pronte, ma la mattina della partenza per la meta stabilita, parte solo nostra figlia. Io sono, ancora quasi incosciente, disteso su un letto del reparto chirurgico d'urgenza dell'ospedale pisano di Cisanello e mia moglie è accanto a me ad assistermi...

Nei giorni che seguono...

L'SMS a mia figlia l'ho inviato dopo meno di una settimana e contiene il seguente messaggio: "Sono andato in bagno con le mie gambe aiutato da un infermiere! Un bacio, babbo."

La risposta è arrivata subito dopo, sempre via SMS: "Che bella notizia! Sono sul Križevac! Ho pregato per te! Anche sul Podbrdo, l'ho fatto!

18 giugno 2011

Il pullman dei pellegrini di ritorno da Medjugorje si ferma al suo capolinea in piazza della Propositura a Calci. Molti dei ragazzi scendono dal mezzo con gli occhi lucidi dall'emozione. La prima cosa che mia figlia diciassettenne dice a mia moglie e che la lascia riflettere, dal modo con il quale si esprime, è: "Mamma, bisogna andare laggiù tutti e tre: babbo, io e te!"

20 giugno 2011

Vengo dimesso dall'ospedale e torno a casa e, nei giorni a seguire, a poco a poco, la vita familiare riprende il suo scorrere giornaliero ed anch'io, a parte una discreta quantità di grappe di sutura sul mio ventre e le relative poco piacevoli medicazioni, mi permetto una adeguata convalescenza e, lentamente, (sembra un gioco di parole), ritorno a correre freneticamente per lavorare e ubbidire alle esigenze del nostro evoluto modo di vivere.


Un anno dopo...

4 luglio 2012

Ore 5,00: stiamo salendo sul pullman che ci porterà in pellegrinaggio a Medjugorje: questa volta siamo tutti e tre! La famiglia è al completo!
A parte i quasi quaranta gradi di temperatura, durante le ore calde della giornata, il viaggio è andato per il meglio. Alle ore 21,00 circa arriviamo a destinazione!

5 luglio 2012

Nel piazzale, a sinistra della Chiesa di San Giacomo, dove i pellegrini possono sedersi in attesa del loro turno per la confessione, mentre attendo di potermi confessare (comunque, non ci riuscirò per la grande quantità di persone in fila ad attendere), mi siedo nel punto dove gli alberi creano ombra, sulla fila di sedie che è stata posizionata, lungo il muretto, all'inizio dell'ingresso e  comincio a scrivere la seguente storia.

Forse solo perché, in passato, una sera dello scorso inverno, avevo ascoltato qualcosa di simile a un convegno nel teatro del paese ed è stata tutta una mia suggestione...
Comunque ho dovuto, assolutamente, scrivere questa storia! E l'ho scritta tutta di filato in meno di dieci minuti e avrei anche fatto prima se una simpatica e, nello stesso tempo, curiosa signora pugliese di mezza età, non mi avesse interrotto chiedendomi che cosa stessi scrivendo di così importante per farlo tanto velocemente. Mi ha chiesto se ero uno scrittore. Le ho risposito che ero un artigiano. Lei mi ha guardato sorpresa e meravigliata. Ha aggiunto che era venuta fin lì da Foggia, via terra e che aveva fatto quasi 1800 Km. Si  è, poi, congedata scusandosi per avermi interrotto e ha cercato pure di tranquillizzarmi (devo essere stato stravolto...) spiegandomi con aria sapiente che lì è normale che si abbiano comportamenti diversi dal nostro solito...  

Non mi sono messo a dettagliare alla signora che, in effetti, scrivo per passione e non per mestiere, ma il fatto che abbia scritto questo raccontino, in quel determinato luogo, con tutta quella foga, mi lascia pensare e mi ritrovo, spesso, a ripensarci sopra.
Quella frase che mi turbinava in testa di continuo, che avevo ascoltato prima, uscita dall'altoparlante del grande piazzale di raccolta esterno, che era quasi l'ultima di una serie di buone intenzioni che il buon fedele cristiano deve compiere, pareva rivolta direttamente a me, come se avessi fatto qualcosa che non avrei dovuto fare: non finì di martellarmi in testa finché non ebbi scritto il tutto!

"...Non essere strumento di falsa pace..."




Prologo


"Papà, che cosa fai in missione di pace?"."Tesoro, invio cioccolatini e caramelle ai bambini come te!" ."Dall'aereo che piloti, papà?" ."Sì, amore mio!", risponde il padre al suo figlioletto sotto lo sguardo preoccupato di sua moglie che, con disapprovazione, esce dalla stanza e se ne va, sbattendo la porta, senza salutare il marito...


Cioccolatini e caramelle

..."Mamma, siamo sicuri in questo rifugio? Ho sentito dire che i nemici hanno le bombe intelligenti; me lo ha detto la maestra a scuola!"."Tranquilla, tesoro mio" risponde la madre, continuando: "Sei insieme a me. Non devi avere paura. Ci sono io con te e ti stringo forte. Fra poco sarà tutto finito e andremo a giocare insieme al girotondo. Ti voglio tanto bene, bambina mia!" ...



Il Tornado della missione di pace, sorvola la zona segnalata al pilota. Il radar di bordo ha individuato una zona termica dove, sicuramente, c'è il nocciolo tanto cercato: l'oggetto oscuro del nemico, l'ostacolo alla pace. Il pilota, diligentemente, seguendo le coordinate dell'obiettivo, visualizzate sul monitor, esegue l'ordine ricevuto dal suo superiore: schiaccia il pulsante verde. Il piccolo proiettile scrutatore, ad attrazione termica, individua un piccolo foro nel terreno, quello costruito appositamente per il ricambio d'aria nel rifugio. Non c'è molta differenza termica fra il nocciolo ben nascosto di un ordigno nucleare e il calore prodotto da molte persone che si riparano in un rifugio...Il piccolo proiettile sondatore centra alla perfezione il foro nel terreno producendo un ulteriore aumento termico dovuto allo sfregamento prodotto dalla sua velocità. I sensori rilevano un insieme termico sospetto. Il computer di bordo del Tornado, in tempo reale, ne calcola l'algoritmo e l'immagine sul monitor , davanti agli occhi del pilota, si colora di rosso: il nocciolo è lì! Un attimo di esitazione da parte del comandante, poi, sul tasto rosso: CLIC! ... Un sibilo... L'ordigno, all'uranio impoverito, entra nella fessura scrutata, precedentemente, dal piccolo proiettile intelligente: un boato...Tutto e tutti, dentro al rifugio, diventano: pace eterna...
Il vento artificiale, prodotto dall'esplosione, fa volteggiare nell'aria piccole, leggere, silenziose farfalle colorate: involucri frantumati di cioccolatini e caramelle, in un girotondo d'ipocrisia...



Epilogo

Il bambino accoglie con gioia il padre che è ritornato dalla missione di pace ed esclama: "Papà! Finalmente sei tornato! Hai portato tanti cioccolatini e caramelle anche a me?" ."No, tesoro! Per te ho scritto una storia che potrai comprendere quando sarai grande!"."È una favola, papà?" ."No, amore mio! " , risponde il padre, "È una storia vera!..." . La donna osserva suo marito e, come si fosse liberata di un fardello estremamente pesante, annuisce e, silenziosamente, esce dalla stanza...


Tiziano Consani - Međugorje: 05 luglio 2012

06 luglio 2012

Alle prime ore dell'alba, perché l'intenso caldo non avrebbe permesso di poterlo fare in altro orario, abbiamo percorso il sentiero che porta sulla collina delle apparizioni, accompagnando la salita con la recita del rosario,  fermandoci di volta in volta alle stazioni, raffiguranti i cinque misteri, disposte lungo il percorso ed ascoltando le preziose, coinvolgenti, spiegazioni della bravissima guida Anka che l'organizzazione del pellegrinaggio ha messo a nostra disposizione per le escursioni e per illustrarci, successivamente, nel pomeriggio nella reception della pensione che ci ospitava, con maggiori dettagli, la storia di fede e la cultura del popolo croato.
In cima al Podbrdo mi fermo e mi siedo su una grossa pietra a circa quindici metri dalla statua che rappresenta la Regina della Pace, rifletto sulla storia che ho scritto il giorno prima e mi chiedo se possa essere solo una fortuita coincidenza...
Mi guardo intorno e ascolto il silenzio di quel luogo, un po' disturbato da un gruppo di altri pellegrini, anche loro italiani, che si sono appropriati dell'intero spazio che c'è intorno all'immagine della Vergine, circondandola totalmente per un lungo periodo, senza offrire ad altri la possibilità di potersi avvicinare.
Mi è sembrato che stessero pregando per qualcuno in grave pericolo di vita e ho lasciato che terminassero pensando che sicuramente stavano facendo una cosa giusta.

Sono rimasto appartato e seduto, nello stesso posto, per tutto il periodo di preghiera di quel gruppo di persone e, nel frattempo che attendevo che terminassero per potermi avvicinare insieme alla mia famiglia,  su uno dei miei quarti di foglio A4 che mi porto sempre dietro nel mio quaderno, ho scritto le seguenti parole che quello spazio e quel frangente mi suggerivano:
cinguettio, pietre, croci, arbusti, miserie, luce, cielo sereno, non una nuvola, 
sentiero, emozione, pace, preghiera, frinire, cicale.

Nel pomeriggio, anziché andare a visitare Mostar come era in programma, sono rimasto a riposare in pensione e, mentre moglie e figlia erano in visita alla vicina cittadina turca, ho trasformato le parole da me appuntate sul Podbrdo nei seguenti versi che ho rifinito e letto, il giorno successivo, ai piedi della grande Croce che è eretta sulla sommità del monte Križevac, dopo aver percorso in circa un'ora il lungo e sconnesso sentiero e aver fatto tappa a ognuna delle quattordici stazioni che rappresentano l'intera passione di Gesù fino al suo risorgere.

07 luglio 2012

Prima di salire sul pullman che ci porterà sul Križevac, leggo i miei versi alla guida Anka che, alla fine della poesia, mi chiede se faccio il poeta di professione. Le rispondo che i versi non mi procurano il pane e che lo faccio solo per passione ma che comunque scriverò qualcosa di questa esperienza e poi  invierò anche a lei i miei componimenti. Vedo una luce nei suoi occhi ed al termine dell'escursione le chiedo di trascrivermi il suo indirizzo nel mio quaderno.

Ore 5,00: inizia la salita, l'alba è fantastica! Scatto una foto:




Dal Podbrdo al Križevac

L'alba,
da un cinguettio
accompagnata,
apre
il cielo sereno
e illumina
il cammino.

Prende il via
il Gran Mistero:
non una nuvola,
sul sentiero.

Quelle pietre
che spingono
il pellegrino;
quegli arbusti,
piccoli,
che estraggono
la linfa
dal niente,
come le Croci
e le Miserie
generano 
speranza alla Vita
e offron luce
e emozioni,
dando pace
che è Preghiera,
dando seme
che è Tesoro.

Prende forma
il Buon Pensiero
mentre, incessanti,
le cicale,
rompendo il silenzio,
ricordano
la nostra 
realtà terrena, 
breve,
come il loro frinire!


T. C.
Međugorje: 6-7 luglio 2012


8 luglio 2012

Il viaggio di ritorno è tranquillo e tutto il nostro gruppo è sereno a parte il fatto che le caviglie di ciascuno sono estremamente gonfie. Durante l'ultima sosta ognuno guarda le proprie caviglie, poi osserva quelle degli altri e si rincuora. Sicuramente le salite e le discese per i sentieri, nei giorni precedenti, il grandissimo caldo umido e le numerose ore di viaggio hanno avuto, per tutti, quel risultato. 
A parte due coniugi del gruppo che, fuori programma, il giorno 5 luglio, nel caldo pomeriggio, si sono recati, da soli, sulla collina delle apparizioni e hanno raccontato di aver visto il fenomeno del sole roteante..., i miei occhi non hanno visto alcun fenomeno soprannaturale ma solo una grande fede che spinge molti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo a muoversi dalle loro case per venire a camminare anche scalzi (io non l'ho fatto! Non me la sono sentita) su quei sentieri accidentati. 
Ma il mio cuore ha sentito molto, la mia penna ha scritto, mossa dalla mia passione e ha tradotto il mio sentire.
In fondo l'anno precedente sarei partito sempre per fede ma più per curiosità che per necessità. Invece, quest'anno, sono partito per ringraziare la Vergine di aver vegliato su di me,  quando i medici dissero a mia moglie che ero arrivato al pronto soccorso con una grave peritonite e non c'era tempo da perdere: dovevo essere operato all'istante.
Ho visto anche alcuni turisti, lì , venuti per curiosità e non per necessità. Ma quel luogo non è adatto a tale stato d'animo. Sudavano ed erano paonazzi e si meravigliavano di non aver visto niente... Chissà cosa si aspettavano di vedere...

Una filastrocca per sorridere!

Pellegrino o turista?

Sale, sale
il pellegrino;
pensa e prega
lungo il cammino...
Quando arriva
in cima al monte
la sua croce
sente forte!

Sale, sale
anche il turista;
suda tanto,
non sa quanto...
Anche lui
arriva al monte
ma non sente,
neppur, Caronte!


T. C.
Croazia - Viaggio di ritorno da Međugorje : 8 luglio 2012

Ringrazio mia figlia che ha desiderato ritornare a Medjugorje insieme a  noi e mia moglie che acquista tutti i libri sui quali mi documento ed usa il mio PC, solo ed esclusivamente, per leggere e meditare sui messaggi provenienti da quel luogo.
Ringrazio, in modo particolare, chi è arrivato a leggere fino a questo punto nella speranza di avere utilizzato la mia capacità di esprimermi mediante la scrittura in modo da essere stato utile a portare, ad altri, questa breve testimonianza.

T.C.

14 agosto 2012