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domenica 3 settembre 2017

Le bollette, dell'energia elettrica e del gas, vi fanno pensare?



    Le bollette della luce e del gas sono, per voi, soli pensieri?

    Questo mio sito web, sul quale mi diletto, ogni tanto, a scrivere qualcosa, si chiama “Soli Pensieri”... Chissà, perché?

    Se siete fra quelle persone che hanno difficoltà a interpretare le bollette di fornitura dell'energia elettrica e del gas, leggendo ciò che ho scritto, qui di seguito, potreste sentirvi meno soli di quanto pensiate. Voglio raccontarvi una mia esperienza recente. 

    Era un caldissimo pomeriggio di agosto e, di ritorno da una estenuante mattinata lavorativa dove la temperatura esterna era stata di quasi quaranta gradi centigradi all'ombra, ciò che gradivo di più, dopo aver fatto una bella doccia rinfrescante, era il poter avere un meritato riposo, seduto sul divano di salotto, leggendo un bel libro. Non faccio in tempo a sedermi e ad aprire la confezione di quella che sarebbe stata la mia nuova lettura che... Dlin dlon, dlin dlon: suonano alla porta di ingresso... (Sono le ore 15,00...). Mi chiedo chi sarà a quest'ora e con questo caldo. Mi alzo controvoglia, vado a aprire. È la postina, tutta sudata e trafelata, che mi consegna, a mano, la posta:  perché la mia cassetta delle lettere è stracolma di inserti pubblicitari, premuti dentro a forza, contenenti le promozioni degli ipermercati locali: quindici minuti prima, quando sono arrivato dal lavoro, avevo svuotato la cassetta della posta ma, ora, era nuovamente piena. Cerco di soprassedere all'evento, svuoto nuovamente la scatola di latta dalle reclamizzanti missive e le deposito direttamente, senza neppure aprirle, nel contenitore differenziato dei rifiuti cartacei. Torno in casa, apro la posta che mi ha gentilmente consegnato il portalettere, leggo il contenuto e mi lascio andare, con sconforto e smorfia di dispiacere, sul divano, dopo aver visto l'importo da pagare delle bollette di luce e gas. Incassando il colpo e rimandando, a dopo aver letto almeno un capitolo del mio libro, la difficile interpretazione della traduzione numerica, in euro suonanti, dei rilievi relativi ai miei contatori della luce e del gas. Faccio appena in tempo a girare la prima pagina dell'oggetto cartaceo necessario al mio rilassamento psico-fisico che... Drin drin, drin drin... Alzo la cornetta del mio antiquato e funzionale telefono a filo (ci sono affezionato e funziona anche quando va via la corrente elettrica!!!) e rispondo a un'operatrice di call-center che vuole cercare di farmi cambiare la società di servizi che mi sta fornendo l'energia con quella che lei rappresenta in quel momento. La donna, con accento forestiero (non italiano), mi prospetta sconti da mille e una notte. Mi congedo dicendole chiaramente che non riesco a capire di che cosa stia parlando: in meno di due minuti mi ha vomitato, via filo, stringhe di numeri poco comprensibili anche per me che sono un tecnico con conoscenze elettriche e elettroniche. 
    Mi siedo nuovamente e apro la mia prima pagina e... Dlin dlon, dlin dlon, di nuovo alla porta: ore 15,15 con fuori 41 gradi centigradi!
    Davanti a me, più morto che vivo, che dico? Più cotto che crudo! C'è un rappresentante di una compagnia di luce e gas che mi ripete, per filo e per segno, l'identico sproloquio precedentemente ascoltato per via telefonica. Il venditore, con la loquacità del miglior rappresentante della più rinomata azienda di vendita di aspirapolvere porta a porta (senza nominarla, tanto, ormai, la conosciamo bene tutti!), tenta tutte le migliori tecniche di vendita che le scuole di marketing diretto hanno messo a punto negli ultimi vent'anni. Ma non risponde alla mia domanda, cioè non chiarisce la mia necessità di sapere quanto, realmente, costano un chilowatt di energia elettrica e un metro cubo di gas, all'azienda che lui stesso rappresenta. Non capisce perché glielo chiedo e non gli importa di sapere perché mi faccio questa domanda. (Mi risponde che a lui... n'importa 'na bella sega e che io, le seghe, me le faccio ne la chiòrba...). Mi lascia lì, sulla porta, come 'n bischero, come diciamo noi toscani, e se ne va, con il dito indice già posizionato, a suonare il campanello del mio vicino, scuotendo la testa per l'abbocco padellato (che in pisano significa: tentativo andato a vuoto, non riuscito).
    Torno in casa, non faccio in tempo a sedermi e di nuovo è il telefono fisso a suonare. Subito poco dopo anche il mio cellulare... Sempre e solo operatori e venditori di medesimi piani tariffari energetici. Spengo subito ogni ammendìolo (apparecchiatura tecnologica) che mi gravita intorno e stacco pure il campanello della porta. Finalmente riesco a godermi l'ambito riposo con annessa e rilassante lettura!

    La sera ho pure tempo per meditare sull'accaduto e sull'accattivarsi del marketing diretto-telematico legato al gas e alla luce. Conosco la parte tecnica ma mi sfugge il perché ci siano così tanti venditori a vendere contratti luce e gas quando sono anni che cerco un venditore, per le mie fotocopiatrici usate e, di quest'ultimo, non riesco a intravederne neppure una vaga e sfumata ombra...


Nei giorni a seguire faccio una serie di telefonate e una serie di ricerche sul web. Tutto si chiarisce nel giro di pochi giorni. In sostanza, ogni venditore che stipula un nuovo contratto, di luce , di gas o entrambi, riceve un diritto medio di circa 30,00 euro a contratto girato, più i diritti in provvigione, (infinitesimi, ma esistenti), finché l'utente agganciato rimane cliente dell'azienda di vendita della fornitura.

Se si fanno due conti, anche se in un'intera giornata lavorativa vengono agganciati due soli, a dir loro, fortunatissimi, i rappresentanti in questione incassano ben 60,00 euro. Se poi sono bravi e convincenti, la scalata al centone giornaliero, come si dice noi toscanacci, doventa 'na giacchettata, cioè un gioco da ragazzi.


A questo punto il mio cervello si mette in moto. Qualche giro di telefonate, qualche coincidenza fortuita e la soluzione ce l'ho davanti ben delineata.

Illustrerò di seguito solo la parte legata all'energia elettrica che è la più difficile (chissà perché?!). Per il gas vale quasi la stessa cosa ma è più facile estrapolare, dalla bolletta, il reale costo al metro cubo. Contro, invece, riuscire a discernere il prezzo reale di un chilowatt di energia elettrica. 

Iniziamo a comprendere...


C'è da sapere, che il prezzo della materia prima, cioè il prezzo di fornitura della corrente elettrica: è irrisorio!  E che la differenza, fra il prezzo fatto da una ditta che propone contratti, rispetto a un'altra, è riferita solo a tale, e irrilevante, dato di fatto. Diciamo che cambiando azienda l'utente risparmia qualcosa ma, non molto: economizzerà un po' di più durante il primo anno di contratto, un po' meno nel periodo successivo ma, qualsiasi scelta che verrà fatta, non sarà un grande risparmio.

A fare il vero prezzo della corrente che consumiamo è la somma delle seguenti voci:
  • le accise statali e l'imposta sul valore aggiunto (I.V.A.) che spettano all'Ufficio delle Entrate;
  • il costo di trasporto dell'energia che spetta al distributore;
  • i canoni obbligatori mensili che l'azienda venditrice utilizza per ricoprire i costi dei rappresentanti alle vendite e del marketing;
  • Il costo una-tantum (circa 70/80 euro) di deposito iniziale;
  • il reale costo di fornitura che spetta al produttore.

    È quest'ultimo, il vero prezzo della corrente: circa un terzo, talvolta anche un quarto, di quello che realmente spendiamo per pagare la bolletta della luce! 

    In numeri: il prezzo reale di un chilowatt/h di energia elettrica è poco meno di 6 centesimi di euro! Esattamente: € 0,05883 nell'anno 2016: prezzo del PUN: Prezzo Unico Nazionale.

    Le aziende venditrici, giocando su questo piccolo valore numerico, abbassano e alzano tali pochi centesimi per proporre quello che definiscono il loro supervantaggio offerto!




Dico io! Ma anche se viene fatta la metà di 6 cent, quanto sarà mai il vantaggio di questi benedetti 3 cent, per noi poveri utenti? Su 100 Kw/h consumati in un mese, ci sono appena 3 euro di risparmio...

Perché, per 3 euro, quando ci va bene, dobbiamo cambiare fornitore di servizi? Chi ce lo fa fare?

Sarebbe invece ben diverso se fosse possibile recuperare una parte dell'introito iniziale che va al venditore, se si potesse recuperare una parte o addirittura eliminare il costo iniziale di deposito e, nei limiti possibili, sarebbe pure il massimo poter riscuotere un bonus premio sui nuovi contratti che potremmo segnalare, come utenti, ad amici, parenti, conoscenti, ecc...


Che cosa ne pensate? Sarebbe bello?

Sappiate che ciò che ho scritto sopra, si può trasformare in realtà!


Buon proseguimento!


Tiziano Consani